Intanto ringrazio l’autrice e la Haiku edizioni per avermi dato la possibilità di leggere questo libro.
Un monologo che è anche un dialogo costante con William “Will” Shakespeare e con tutti i suoi personaggi femminili.
La protagonista del libro parlando della vita la accosta e la mescola ai personaggi di Shakespeare.
Emerge un mondo interiore che si contrappone a quello moderno, dove l’amore di Giulietta diventa un utopia rispetto all’amore moderno più volubile e molte volte a scadenza.
Ma non solo di amore si parla, ma anche di evasione, fuga dalla realtà, follia.
Oggi chi è dotato di immaginazione e vuole solo fuggire dalla realtà, molto spesso viene etichettato come pazzo e solo una medicina lo può riportare nei giusti binari.
Proprio come Ofelia e Desdemona che, accecate dall’amore e dalla voglia di avere una vita diversa, si lasciano trucidare dai loro eroi e da quelli che credevano i loro amori.
Ma questa non è altro che la rappresentazione di ogni antieroe che preferisce sparire nelle difficoltà e nell’oblio per ritornare celebrato agli occhi del pubblico che lo esalta come martire dei drammi shakespiriani.
L’idea del volume nasce dalla riproposizione omonima del monologo teatrale dell’autrice.
L’autrice parla di e con William Shakespeare, autore controverso e affascinante, tanto studiato, amato e odiato.
La forza di Shakespeare la ritroviamo nel suo inedito componimento “Shall I die?”.
Un libro che tramite i personaggi di Shakespeare mette a nudo luci e ombre della nostra società, ancora troppo maschilista e improntata sulla legge del più forte, dove ad uscirne vincitrici sono le donne con la loro forza d’amare, di sognare, di vivere.