“Cambiare l’acqua ai fiori di Valerie Perrin”

 

Violette Toussaint è la guardiana del cimitero.

Sotto vestiti grigi indossa abiti colorati. Sotto l’inverno porta l’estate.

Un via vai di persone affollano il piccolo cimitero e si fermano da Violette per una parola di conforto, un buon te o semplicemente per scambiare il dolore.

Un giorno arriva un poliziotto con una richiesta particolare: mettere le ceneri della madre su una tomba presente nel cimitero e inizia a raccontarle una storia, la storia della madre e di quell’uomo.

Tra passato e presente anche la storia di questo strano amore si mescola a quello di Valerie e dei suoi amori perduti.

Una storia di perdita e di rinascita.

Una storia grigia che nasconde i colori, come fa Violette con i suoi abiti.

 

La Perrin confeziona un romanzo autentico, emozionante e vero.

Pagina dopo pagina scopriamo la triste storia di Violette, di come questa l’abbia fatta cambiare nel corso degli anni, come le perdite le abbiano fatto incontrare persone importanti per la sua vita.

I salti temporali del romanzo non confondono il lettore.

Per tanto tempo il libro è rimasto su uno scaffale prima che lo leggessi, perché come altri libri questo o lo ami o lo odi, o ti piace o non ti piace.

Mi sono trovata davanti una storia originale, una scrittura veloce, un racconto vivace nonostante l’ambientazione non proprio allegra.

Ma nella piccola cucina di Violette non solo ci sono passati i personaggi del romanzo, ma anche tutti i lettori che dalle perdite hanno trovato la forza di reagire e andare avanti.

Perché si deve sempre mettere l’estate sotto l’inverno.

 

 

“Ha ragione l’ignoto lettore: è il romanzo più bello del mondo. E merita un doppio voto. 10+10”

 

Valerie Perrin

Per anni fotografa nelle produzioni cinematografiche francesi (tra cui quelle del marito Lelouch) grazie al suo talento nel carpire emozioni  e atmosfere le hanno permesso di vincere molti premi.

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