“Andrà tutto bene AA.VV. “

Questo 2020 è anno bisesto e secondo la tradizione di dice “anno bisesto, anno funesto”.

E direi che quest’anno ci è andato giù pesante.

Stavamo ancora cercando di uscire da quella fantastica e assurda settimana di uno dei più bei Festival di Sanremo e ci siamo ritrovati a combattere contro un nemico invisibile, ma insidioso, il Corona Virus.

E allora per evitare il contagio abbiamo chiuso il Paese, siamo stai in lockdown per due mesi.

Le persone hanno iniziato a fare il pane e la pizza in casa.
Il lievito è mancato dai supermercati e chi lo aveva era considerato un privilegiato.

Abbiamo cantato sui balconi.
Abbiamo disegnato arcobaleni con la scritta “Andrà tutto bene”.
Abbiamo scoperto parole come Smart Working e scuola digitale (da abolire entrambi in quanto il primo ti manda fuori di testa, specie se hai dei figli e il secondo… lasciamo perdere il divario tecnologico che esiste nel nostro Paese).

Abbiamo capito che potevamo essere uniti, per una volta, sotto un’unica bandiera.
Abbiamo scoperto che i supereroi non giocano a pallone, ma salvano vite nelle corsie di un ospedale.

E’stata l’estate delle mascherine e dei guanti, anche con 40 gradi (anche se non ne ho viste così tante di mascherine…).

Giuseppe Conte è diventato seguitissimo sui social.

E proprio i social ci hanno permesso di vivere questi mesi di reclusione forzata.
Dirette IG, letture integrali di libri, spettacoli tutti fatti sulle piattaforme Istagram o Facebook.

E poi loro gli autori che tanto amiamo che si sono ritrovati a riprogrammare le presentazioni dei loro nuovi libri e addirittura a posticipare l’uscita di quelli non ancora nelle librerie.

E da questa idea è nato il libro “Andrà tutto bene” che raccoglie brevi racconti sulla quarantena di diversi autori tra cui Alessia Gazzola, Anna Dalton e Marco Buticchi.
Racconti che parlano della loro quarantena o di quella dei loro personaggi letterari tanto amati (come Alice Allevi e Claudio Conforti nati dalla penna di Alessia Gazzola).

Andrà tutto bene?
Chi lo sa.
Intanto il paese da maggio è stato riaperto e anche se con molte difficoltà ogni persona si è rimboccata le maniche e ha cercato di salvare il salvabile.

Poi però ci siamo dimenticati di quella unità patriottica che avevamo trovato ad aprile.

Ma d’altronde non potevamo aspettarci nulla di diverso.

La pandemia non ci ha cambiato così tanto, anzi ci ha impoveriti e non solo di soldi.

Purtroppo in questo mese la situazione sembra essere precipitata di nuovo e alcune parti d’Italia rivivono l’incubo lockdown.

Ma come nel racconto di Marco Buticchi dove dice che ogni mattina andava in terrazzo e controllava che il suo golfo fosse ancora la, noi italiani ci siamo rialzati e abbiamo cercato di rimettere tutto in ordine e lo faremo ancora una volta.
In fin dei conti il Golfo non si è mai mosso, è sempre stato li a indicare che comunque alla fine tornerà ad “Andare tutto bene”.

 

Il proventi del libro sono stati devoluti all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

 

 

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