“Un viaggio chiamato amore Aleramo-Campana”

 

Sibilla Aleramo e Dino Campana due grandi autori, due anime, due amanti.

In questo libro del 2002 il loro scambio di lettere dal 1916 al 1918 anni della loro tormentata e appassionata storia d’amore.

Passioni, botte, tradimenti, tenerezze, paura e malattia il tutto sotto “un cielo fatto d’amore”.

Un viaggio che inizia nell’agosto del 1916 e prosegue trascinando i due amanti e il lettore, in paesi sperduti dell’Appennino fino a viaggiare tra Pisa, Livorno, Sorrento.

Il viaggio si fermerà nel 1918 davanti ai cancelli del manicomio di San Salvi dove Campana verrà rinchiuso.

 

“Vi amai nella città dove per sole strade si posa il passo illanguidito. Dove una pace tenera che piove a sera il cuor non sazio e non pentito volge a un’ambigua primavera in viole lontane sopra il cielo impallidito.” (Dino Campana, 1916)

 

 

In questi versi ritroviamo l’amore di un uomo che gioca con le parole per esprimere tutto il suo mondo, la sua anima.

L’anima di Campana è tormentata.

Da sempre entra e esce da case di cura e combatte con crisi nervose anche causate dal rapporto teso con la madre.

Trova in Sibilla (al secolo Rina Faccio) un’ancora di salvezza.

Tumultuosa, violenta e mondana lei, schivo e solo lui.

Due anime diverse che si completano a vicenda e fino a che questo equilibrio instabile dura il loro amore non ha eguali.

Passione, amore, odio, ogni sentimento in questa storia è amplificato e portato allo stremo.

Il loro amore è rimasto chiuso in quelle lettere di quel breve viaggio.

Nel loro “Viaggio chiamato amore”.

 

” Cara

se credi che abbia sofferto abbastanza, sono pronto a darti quello che mi resta della mia vita.

Vieni a vedermi, ti prego tuo

Dino”

(Manicomio di San Salvi 17 gennaio 1918)

 

 

 

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