“Intervista con l’autrice: Alessia Piemonte”

Oggi per la rubrica “Intervista con” abbiamo fatto quattro chiacchiere con Alessia Piemonte autrice di “Perle di Thriller” di cui qui trovate la recensione.

 

Ciao, innanzi tutto grazie per aver accettato l’intervista.

Allora comincio chiedendoti chi è Alessia e come è nata la passione per la scrittura.

Alessia Piemonte, è una ragazza che mastica orgogliosamente le sue origini meridionali. Sono metà sicula (Isola di Favignana, Palermo) e metà campana (Napoli). Mi ritengo di essere … un po’ emarginata, perché ho un credo irriverente, come la scrittura.

Sono innamorata anche altre discipline di arte che voglio iniettarmi nelle vene come se fosse una dose di ecstasy, fino a sprofondare nella leggerezza, tepore, ma soprattutto libertà…

Tuttavia, lotto strenuamente contro chi tiene le finestre mentali chiuse, per essere la padrona assoluta delle mie azioni, forse un po’ stravaganti, con mente acuta e cuore fedele, affinché ciò che amo diventi tangibile. Tuttavia, la passione della scrittura è nata quando non riuscivo più a controllare il formicolio alle dita che faticavano stare dietro alla dettatura delle mia fantasia e le parole si formavano nell’aria come se fossero delle scintille che turbinavano nei miei occhi.

  1. Parliamo del tuo romanzo “Perle di Thriller”. Sei racconti legati da una lunga striscia di sangue. Come nasce l’Idea?

Perle di Thriller, è un assemblaggio di racconti che avevo presentato a dei concorsi letterari, ma purtroppo, sono stati scartati.

E dato che il comune denominatore e chiave di lettura è il thriller, ho deciso di legarli, in modo che potevano ottenere la loro rivalsa.

  1. In questo libro però ci conduci anche in un viaggio all’interno della psiche umana, in un racconto se non sbaglio si parla anche di una setta che come sappiamo manipolano le nostre menti. Che studio c’è dietro alla creazione dei singoli personaggi della storia e della loro mente?

I miei studi, affinché posso disegnare bene i personaggi ed entrare come un ospite indesiderato nelle loro menti alla pari di un manicomio, sono: le letture, film, serie tv, siti di cronaca e di psicologia, documentari della biografia dei serial killer e anche fatti di cronaca.

  1. Sei sempre stata appassionata a questo genere?

E’ stato lui a trovare me… Mi ha colpito con la sua truce lucentezza, o  come un’onda di mare, elegante, placida, furiosa e tumultuosa, ma ho trovato in quella controversa bellezza, equilibrio, forza, energia.

  1. Chi sono gli scrittori o le scrittrici a cui ti ispiri?

Andrea Camilleri, Antonio Manzini, Donato Carrisi, Egdar Allan Poe, Arthrur Conan Doyle, Charles Bukowski e la new entry, Wulf Dorn.

  1. Tornando al libro le tue sono storie che purtroppo sembrano fin troppo reali, le sette, gli omicidi passionali… Per scriverle ti sei ispirata anche a qualche brutto fatto di cronaca come ahimè se ne sentono troppi?

Si, mi sono ispirata non solo a fatti di cronaca, ma anche sociali e drammatici. Come ad esempio per il racconto “Amore sbagliato”, ho estratto qualche stralcio dal film “The Danish Girl” di Tom Hopper. Sarete voi a scoprire il perché…

  1. Per salutarci hai un libro e un film, rigorosamente ad alta tensione, da consigliare ai nostri lettori?

Per il film, ne consiglio due, nonché i miei preferiti: “Seven” e “Shutter Island”.
Per il libro, ciò che mi ha fatto “innamorare” ma al tempo stesso attanagliare le viscere: l’opera di di Wulf Dorn, “La psichiatra”.

 

Grazie per essere stata con noi e alla prossima!