“Dieci giorni in manicomio di Nellie Bly”

                                        “Prendi una donna perfettamente sana,                                       rinchiudila in una stanza gelida e costringila a sedere dalle 6 del mattino alle 8 di sera, impedendole di muoversi e di parlare, alimentala con pessimo cibo, senza mai darle notizie di ciò che accade nel resto del mondo e vedrai come, ben presto, la condurrai alla follia.”

 

 

 

1887 Stati Uniti D’America.

Per svolgere una indagine sulle condizioni dei manicomi nel suo paese la reporter Nellie Bly si fece rinchiudere nel manicomio dell’Isola di Balckwell per scoprire in che condizioni versavano le donne  ricoverate.

MANICOMIO DI BLACKWELL

 

Una storia che ha dell’incredibile fin dal principio.

Infatti, per entrare in manicomio la Bly si finse pazza e vi riuscì con una facilità impressionante.

Il merito andrà anche alle sue “doti” recitative, ma soprattutto al fatto che per una donna sola, senza famiglia e disperata nel secolo scorso era molto, forse anche troppo, facile essere etichettata come instabile di mente.

Una volta riuscita nel suo intento la Bly si trovò davanti alla sofferenza che regnava all’interno dell’istituto di igiene mentale.

Cibo al limite del mangiabile, igiene pressoché inesistente e un regine quasi dittatoriale imposto dalle infermiere.

Le pazienti, alcune più gravi, altre molto meno se non addirittura completamente sane di mente, vengono trattate come bestie.

A trattarle in questo modo sono le infermiere che dovrebbero curarle, altre donne che però non hanno nessun rispetto per loro e per le loro situazioni.

Questa indagine, questi 10 lunghissimi giorni all’inferno porteranno la Bly a scrivere un lungo articolo di denuncia sociale che sfocerà in un processo dove la commissione, appositamente istituita, stanzierà 1.000.000 $ (la cifra più alta mai stanziata fino ad allora) alle cure delle malattie mentali.

 

Un libro crudo, vero, a tratti claustrofobico che ci fa aprire gli occhi su uno spaccato di vita in un secolo, apparentemente lontano da noi, in cui le donne erano le facili vittime di abusi e soprusi da parte non solo di uomini ma, quel che è peggio, anche di altre donne.

Fa male pensare che purtroppo anche oggi le donne risultano ancora vittime di abusi e soprusi fisici e a volte anche mentali.

Assolutamente da leggere e da far conoscere anche ai più giovani.

 

NELLIE BLY

Pseudonimo di Elisabeth Jane Cochran, fu la prima giornalista investigativa.

Nel 1887 si fece internare nel manicomio di Bllackwell per poter scrivere un articolo per il New York World di Joseph Pulitzer.

COMPRALO QUI